Pallottole in Libertà

il

2 Giugno 2019
Regia: Pierre Salvadori
Produzione: Francia, 2018 – 108’

Senza che andiate a disdire impegni già presi, Pallottole in libertà è una commedia francese che vale la pena vedere perché cerca di prendere in contropiede il pubblico e fondamentalmente ce la fa.
Il papà di Théo era un poliziotto superpiù che guidava i suoi uomini in irruzioni temerarie e abbatteva i cattivi a mazzate senza sudare una goccia. Poi è morto giovane, lasciando un bambino che lo sogna, una moglie giovane e triste, una statua piuttosto brutta e un passato che forse non batte esattamente pari con l’immagine eroica del capo dei buoni. La mamma di Théo si chiama Yvonne, ha degli occhi e delle giacche bellissime, e visto che fa la poliziotta anche lei, comincia a darsi pena per le conseguenze di qualche erroruccio che il sempre meno compianto marito si è lasciato dietro. Ad esempio il povero Antoine, ragazzone dal buon cuore che sta finendo di scontare otto anni per una rapina di cui non è colpevole. Otto anni al gabbio sono lunghi, e quando esce, Antoine non è più la persona che la sua dolce Agnès ha aspettato per tutto quel tempo. C’è da dire che neanche Agnès sembra essere tutta a casa con la testa, e per tutti quanti ritrovare la quadra non sarà facile…
Indecisa se taggarla tra la commedia e il drammatico, la stampa specializzata sembra comunque accogliere con favore una pellicola che nel teporino della Costa Azzurra si apre a qualche spiffero pungente, prezioso per stuzzicare lo spettatore che vede la trama deviare più volte dalle aspettative dei film di genere.
Il regista Pierre Salvadori usa generosamente gli equivoci e le gag tipiche del soggetto, e non ha paura di alzare il tiro con battute e sequenze audaci, quasi spericolate considerati i tempi che corrono, ammorbidite dal coefficiente di carineria portato dal cast e dall’aria di mare e di vacanze diffusa dalla location. All’interno di un’atmosfera divertente e leggera, riesce comunque a inserire sottotesti più pratici e quotidiani, legati magari ai momenti di crisi delle coppie, o più che altro alla necessità di superare le delusioni verso quelle cose che si scoprono diverse da come ce le si aspettava. Come questo film, ad esempio.

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