15 marzo
Lady Bird è fatto così: all’apparenza è un teen movie, sotto sotto vorrebbe raccontare qualcosa di più grande. Purtroppo o per fortuna è tutto troppo carino perché il sottotesto prevalga sulla storia raccontata.
Nell’anno del Signore 2002, tra l’undici settembre e la crisi del 2008, la cima della collina non è ancora franata, ma qualche sassolino prende già l’abbrivio.
Sacramento è una cittadina di poco più di 400.000 abitanti e anche se non lo direste, è la capitale della California.
Bologna ne fa 390.000, per dire.
Come suggerisce il nome, a Sacramento la religione Cattolica ha il suo peso, e, ad esempio, sono diversi i licei che a fianco delle materie tradizionali offrono sante messe e i consigli dell’azione cattolica.
Christine rifiuta i sacramenti di Sacramento e si auto battezza Lady Bird.
Lady Bird ha quasi diciott’anni e i capelli rosa. Lady Bird fa quella strana.
A lei va stretto il paesello, va stretta la famiglia, vanno strette le amiche e vanno stretti i ragazzi.
E dire che a ben vedere non avrebbe granché da lamentarsi.
A scuola le suore saranno zuccherose ma non sono bigotte, il resto degli insegnanti mette nel lavoro tutta la premura e l’entusiasmo possibile, e nessuno lì è mai stato accoltellato.
Forse con sua madre vorrebbe vivere un rapporto più problematico di quello che ha, bisticciano spesso e si stanno in mezzo ai piedi, ma in fondo passano molto tempo insieme e tra loro la complicità non manca.
Suo padre concorre per papà dell’anno 2002, paziente, affettuoso, acuto, tutto cuore.
Con suo fratello Lady Bird è cane e gatto, come è giusto che sia. D’altronde è un Goth.
Allora Lady Bird cos’è che c’hai? Perché vuoi scappare nella grande città cattiva? Perché vuoi diventare grande a tutti i costi?
Sullo sfondo della maturazione di questa ragazza un po’ viziata scorrono gli eventi che caratterizzano la società statunitense in questi primi anni del nuovo secolo. Non manca nulla: l’Afghanistan, la disoccupazione, le rette scolastiche, la depressione, i disturbi alimentari, i conflitti sull’identità sessuale e le tensioni razziali.
Seppur filtrata dai toni della commedia, la Vita entra nel mondo colorato di rosa di Lady Bird in momenti toccanti in cui il film riesce a svelare qualcosa di sincero, messo ancora più in evidenza dal contrasto con i tormenti adolescenziali della protagonista che piano piano affronta il suo cammino alla scoperta di una vera identità.
p.s: ostia! mi stavo dimenticando una cosa importante. In una delle prime scene Lady Bird e sua madre ascoltano in macchina il finale dell’audio-book di Furore, di Steinbeck. IL Romanzo della Grande Depressione del 1929. Cos’avrà voluto dire la regista?