18 novembre 2017
Alè. Se questo film fosse uscito quindici o venti anni fa, forse, forse, ci saremmo anche accontentati.
Ci sarebbe bastato vedere personaggi dei fumetti coi costumi colorati e esplosioni e musica alta e due o tre gag. Ma oggi… cristo santo oggi abbiamo appena rovinato Kevin Spacey per molto molto molto meno!
D’accordo, vederlo di sabato pomeriggio in un UCI pieno di puppies non aiuta a essere clementi, ma ecchecazzo.
Cercando faticosamente di riassumere: alla fine di Batman Vs Superman, Superman è morto. Adesso i cattivi sentono che c’è un vuoto di potere e alzano la cresta, ci sono molte più rapine e aggressioni, e la gente ha paura. C’è poi un cattivo più cattivo degli altri, una specie di mostro alieno o di superdeo non si capisce, che ha deciso che la sua missione è distruggere la terra, nel senso del pianeta. Perché vuole così? Non si sa, forse perché è sabato. Fatto sta che si mette alla ricerca di tre scatole (giuro, tre scatole) ed è incattivito da matti, tipo che i corrieri di amazon devono averle recapitate un po’a cazzo e lasciate ai vicini quando lui non era in casa.
Cosa contengono queste scatole? Non si sa, si sa solo che se le unisci, e per unirle basta metterle molto vicine, viene evocato un potere cosmico inimmaginabile (infatti) che si chiama L’Unità. Un potere cosmico fondato da Antonio Gramsci. Da quel po’ che si riesce a capire, questo potere cosmico ha il compito di fare scempio di attori sul pianeta terra. A cominciare dalla povera Amy Adams (Amy perdio cosa ti hanno fatto?) e Jeremy Irons (ma dovreste vedere come hanno ridotto il tipo che ha fatto Whiplash).
A questo punto Batman ha una grandissima idea, affidarsi a una squadra di supereroi per fermare il megacattivo e ficcargli il suo reclamo su per lo scorreggione. Di sicuro ha in mente gli Avengers ma purtroppo Batman da qualche giorno ha un bruttissimo mal di gola che gli da da fare, e quando parla non si capisce un’ostia. Si ritrova così a raccattare una squadra fatta da un coatto con un forcone, uno scemo che va veloce e un nero con la felpa col cappuccio metà uomo e metà iphone. Ci sarebbe anche Wonder Woman (Gal Gadot sempre sia lodata), peccato che rispetto al suo primo film, girato da una regista e pieno di un orgoglioso femminismo, si ritrovi qui a ricoprire tutti quei ruoli che farebbero girare le palle pure a una donna: mamma, oggetto del desiderio, confidente, profumaia, eccetera.
Insomma, per più di un’ora non succede un cavolo. Gli “eroi”, mentre dicono delle cose stupidissime, vedono i cattivi che uccidono un sacco di gente e, immaginando la malaparata decidono che l’unico modo per salvare la faccia è resuscitare Superman e lasciare che se la veda lui. Così mandano i due più scemi a dissotterrare la bara, in uno dei più sentiti omaggi a Frankenstein Junior che il Cinema ricordi. Poi prendono la Supersalma (la bara non era zincata, al cinema certe cose non si fanno) e la immergono in una pozza di acqua sporca buttandoci dentro uno dei pacchi magici come fosse un dado da brodo. Ualà. Scoppia tutto e Superman resuscita, capisce in che razza di film è capitato e comincia a girargli il cazzo un casino.
Seguono dieci minuti dove mena un po’ tutti, poi vede Lois Lane e la porta nella casa in campagna al tramonto. Stanno lì qualche ora, e poi, al tramonto, lui dice che sì vabbè andiamo ad aiutare quei cazzoni. Intanto il cattivo, che ha un nome ma mi rifiuto di dirlo, ha fatto su i suoi pacchi e per lanciare il suo attacco al mondo sceglie di andare a Chernobyl (nel film non si chiama così ma i riferimenti sono ovvi) dove i superamici lo raggiungono e un po’ cercano di pestarlo e un po’ di salvare i civili in fuga. (i civili in fuga sono quattro contadini russi/ucraini dentro un furgone: due adulti e due bambini). Si mette male, il cattivo picchia forte e i buoni sembra che quasi quasi stavolta perdano, meno male che arriva Superman e gli da un pugno forte mentre la musica fa TA-DAA!! Allora poi spostano le scatole (che erano proprio vicine vicine ma che proprio non ci mettevi la mano) e finiscono coso. Poi tutti ridono un po’. Ah Ah Ah, Eh Eh Eh, Oh Oh Oh, così.
p.s.: non arrabbiatevi se stavolta ve l’ho raccontato, vi ho fatto un favore. Tenetevi quei dieci euro in tasca. Non voglio che mi si dica grazie.