24/02/2008
Sweeney Todd è un barbiere che si vuole vendicare. In teoria dovrebbe vendicarsi di una persona in particolare, al massimo di due. Ma, per il vecchio discorso che a questo mondo nessuno è innocente, dalla via che c’è, se la prende un po’ con tutti. Nel frattempo, come si dice, la vita va avanti, ci sarebbe anche spazio per una caricatura di felicità, un po’ di colore nella grigia esistenza di Todd, ma l’ossessione cela al barbiere matto questa visione. La morale è che dal Male non può venire che il Male. Di male in peggio, quindi, tanto più che a dirla tutta, il nostro eroe non si dovrebbe neanche vendicare più di tanto.
Il film è perfettamente in stile Burton, esagerato, colorato (di grigio), grottesco, zuppo di sangue, romantico (…è un musical…), e cattivo (cattivissimo).
Tim Burton propone un’altra “fiaba oscura”, stavolta alzando ulteriormente il livello di significato di questa definizione. Se nei suoi precedenti lavori, il grottesco lasciava la porta aperta al lieto fine (pur se opportunamente interpretato), in Sweeney Todd il finale ha un che di Shakespeariano. Non si esce dal cinema col sorriso sulle labbra.
Nel complesso il carattere teatrale prevale, certe cose le ho trovate molto divertenti. Ma i protagonisti non fanno niente per meritarsi la salvezza, e il film si chiude con un perfetto bacio di sangue. Smack!