Il treno per il Darjeeling

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Il treno per il Darjeeling

07/05/2008

Tre fratelli. Il maggiore, Francis invita gli altri due, Peter e Jack, a raggiungerlo in India. Scopo occulto del viaggio, rintracciare la madre, colpevole del reato di abbandono di prole. E magari approfittare dell’occasione per compiere…indovinate un po’? Bravi! “Un viaggio spirituale alla scoperta di se stessi”. Però in fretta. Che siamo di corsa. Tra suggestivi siti da visitare assolutamente, treni sgangherati da prendere in corsa, sacri rituali da compiere, i tre si impegneranno con tutta la loro buona volontà per raggiungere un obiettivo del quale, francamente, non frega niente a nessuno. Sì, sì, tranquilli, Bill Murray c’è.

Wes Anderson è il regista de I Tenenbaum e de Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou. Sorprendente il primo, esaltante il secondo. Realizza film che sembrano giocattoli, colorati e allegri, con inquadrature come deliziosi quadretti, fotografie piccole e perfette. Sempre piene di troppi oggetti da portarsi dietro, come quei legami che uno non vorrebbe ma dai quali non ci si può sbarazzare. Racconta infatti storie di famiglie e di clan, e dei loro componenti nevrotici accomunati nel sangue. Per essere affascinati da questi film occorre essere sulla stessa lunghezza d’onda, riconoscersi negli accesi tic e nelle strane manie. Ma anche senza arrivare a quel livello di empatia, rimane comunque il piacere di una festa per gli occhi, di vicende clamorose raccontate con leggerezza tra l’azzurro, il giallo, il verde.

Ma attenzione! Al di là dei colori, nell’ombra, occhio alla tigre!

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