29/02/2008
La storia è quella di Marco Baldini, personaggio storico di Radio DeeJay. Il film è tratto dal romanzo autobiografico dello stesso Baldini, e racconta le due vite del protagonista. Quella pubblica, che sa di fiaba, dagli inizi a Firenze, al “botto” col trasferimento a Milano, con personaggi simpatici e positivi, una carriera che non perde un colpo. Nello stesso tempo una vita, più privata, che sa di incubo, disordinata, irresponsabile, squallida. Fatta di debiti, di giocate e di tradimenti.
Il film in se è onesto, senza infamia e senza lode. La vicenda umana e il contesto di Radio DeeJay sono sufficienti a garantire l’attenzione e lo svago senza dover ricorrere a chissà quali artifici di regia o di narrazione.
Le qualità del film stanno infatti negli spunti che un’esperienza di vita – comunque verosimile, per quanto filtrata dal diretto interessato – è in grado di generare. Da questo punto di vista le chiavi di lettura possono essere tante. Dall’abisso del vizio (qualunque vizio), agli scheletri che tutti quanti chiudiamo nell’armadio. Chi ascoltava la radio dieci anni fa, difficilmente avrebbe potuto intuire una condizione così critica per chi tutte le mattine teneva compagnia a migliaia di persone in tutta Italia. Personalmente ho sempre avvertito una forte ipocrisia da parte di chi, immerso in certi ambienti, si permette di lanciare messaggi moralizzatori attraverso i media.