26/09/2007
La trama è scontata, le battute sono banali, le canzoni sono tristi, i vestiti fanno schifo, le ragazze sono brutte.
Difficile trovare qualcosa di piacevole in questo film.
Parte come una biografia di un “picciotto”, ma a un certo punto sembra prendere la direzione di una storia inventata. Con qualche accenno a Falcone e Borsellino. Troppa roba. Bisogna essere capaci. Infatti il film si pianta subito, all’inizio, e non si muove. Mai. E poi siamo sempre lì, a rimpiangere Michele Placido, i mondiali dell’ottantadue, la fiat tempra e la renault cinque. Dai vari Pizza Connection o la Piovra sembra non sia passato un giorno. E invece son passati vent’anni. La mafia cos’ha fatto in questo tempo? Niente? È finita? E dire che ci sarebbe tanto bisogno di raccontare cose nuove…
Fa comunque piacere rivedere Lo Cascio, unico vero talento del cinema italiano da parecchi anni a questa parte. Al di là dei ruoli, un calore e un’umanità rari. Peccato sia così solo.