31/10/2007
Racconta la storia di una coppia (Albanese + Buy), che entra in crisi quando il loro tenore di vita viene resettato dal licenziamento di lui e dalla conseguente ricerca di un’altra occupazione (e di un altro stipendio!).
Si cerca di trattare l’argomento del precariato presentando diverse situazioni, dal call-center, agli interinali, dai prestatori di manodopera, a quelli che un lavoro se lo inventano.
Ma Soldini indaga anche l’aspetto emotivo della precarietà, il mutamento dei rapporti, dell’amore e delle amicizie, la mancanza di fiducia verso se stessi e negli altri. La vergogna di sapersi in difficoltà e i continui attacchi ad una dignità che sembra l’ultimo punto d’onore da difendere. Prova ad entrare nella crisi con verità e realismo, si limita però a qualche urla “di maniera”, uscite spazientite ma ragionate, insomma ci si ferma un passo prima della realtà, molte volte più triste e ben più cattiva (diciamo che in casa mia ho assisitito a scene più “stronze”).
Però nel complesso, un bel film, forse troppo lungo, si perde un po’ a raccontare le stesse cose più volte. Non può che lasciare un senso di tristezza e di sconfitta, se anche due persone “buone”, che fanno di tutto per proteggere il loro rapporto e la loro dignità, soccombono di fronte ad una società alienante, figurarsi cosa ne può essere di noialtri, gente normale.