Jamal, ventenne venuto dalle baracche di Mumbay, è sul punto di sbancare l’edizione indiana (uguale uguale a quella italiana. E a quella inglese. E a quella…) di Chi vuole essere Milionario. Ma qualcuno ha dei dubbi sulla regolarità del gioco, e si prende la briga di esaminare più attentamente le risposte del concorrente. Le domande del quiz scorrono allora il rosario di episodi che dipingono un affresco colorato e vivido della storia recente dell’India. Miserabili che si arrabattano per campare, orde di ragazzini disposti a tutto (anche ad immerdarsi) pur di perseguire i propri sogni, scontri crudeli tra religioni che uccidono, amori tribolati e strazianti che inseguono gli anni, cani che mangiano altri cani per riscattarsi dalla fame, e progresso selvaggio che sommerge il vecchio con secchiate di nuovo (Bye Bye Bombay).
Sia chiaro, il film non ha certo la pretesa di raccontare una nazione o di immergersi negli abissi che spiegano la Storia, si accontenta invece, di stare al suo posto con gusto, riuscendo così a divertire ed intrattenere.
Per buona parte, fin quasi alla fine, siamo davanti ad un pasto sontuoso. Immagini ricche, potenti, piene. Con i tempi ed i colpi del grande cinema. Una regia veloce e atletica ed una colonna sonora al bacio, lanciano il film ad un ritmo pazzesco. Ammiccando a volte a Forrest Gump e a volte a I Soliti Sospetti, le vicende sfilano una nell’altra in gran parata, alternando sorrisi amichevoli a durissimi colpi bassi che sembra non risparmino nessuno.
Filmone, dunque? Purtroppo no. Puntatone, piuttosto.
Perché col passare dei minuti, volendo anche omaggiare la filmografia “di cassetta” indiana, ci si piega alla tradizione di genere, sviluppando una conclusione in cui ogni cosa trova la sua naturale e felice collocazione, come in posa per un lieto fine che più lieto non si può. Un finale che tutto sommato ci può anche stare, ma che banalizza l’entusiasmo suscitato dalla parte iniziale, rappresentando così un’occasione sprecata per firmare una gran bella pagina di cinema.
Rimpianti a parte, resta una gradevole fiaba moderna, con eroi valorosi e probi e con principesse da salvare, con re cattivi e ricchissimi e con un favoloso tesoro da conquistare. Una parabola che ribadisce che la Vita, quella vissuta a rotta di collo, attimo per attimo, che resiste alle tempeste più violente e che salta dai treni col cuore in gola, riesce ad insegnarti più di tutti i libri e più di tutti i maestri.
Anche se io continuo a pensare che sia tutta una gran fregatura.