Il cittadino Illustre

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il cittadino illustre (2)

28 novembre 2016 ·

Commedia interessante e per nulla banale che affronta le difficoltà del processo creativo che porta dall’elaborazione delle esperienze personali alla loro risoluzione in un linguaggio più universale in grado di comunicare con il maggior numero di persone possibile.
Daniel Mantovani è un acclamato scrittore riluttante al successo ed alla mondanità.
Il riconoscimento del premio Nobel per la letteratura lo persuade che l’istituzionalizzazione della sua opera la privi della capacità di essere critica e provocatoria.
Per reazione si ritira a vita privata, in una casa che da sola vale il biglietto del cinema, in un isolamento mondano e creativo nel quale però non riesce a ritrovare la verve di un tempo. Decide infine di evadere dall’assedio auto-imposto accettando l’invito proveniente da Salas, il paesello natio sperduto in quell’Argentina rurale dalla quale scappò quarant’anni prima senza mai guardarsi indietro.
Armato di santa pazienza e delle migliori intenzioni s’imbarca da solo per un viaggio che nella sua fantasia di scrittore immagina a metà strada tra un ritorno alle origini ed una celebrazione del suo “avercela fatta”. Inutile dire che all’impatto con la ruspante comunità, la storia prenderà tutt’altra piega, infilando una sequela in cui i momenti ironici e le gag vere e proprie superano quelli di introspezione. Dove però questo tipo di premesse sfociano spesso nella farsa e nella dialettica del topo di città a del topo di campagna, il film prende una piega più introspettiva, indagando l’atteggiamento un po’spocchioso dello scrittore che risponde alle difficoltà ed alle critiche senza mai lasciare il suo pulpito e la sua posa da intellettuale, relazionandosi ad una comunità sostanzialmente semplice con argomenti complessi e con l’atteggiamento di chi vorrebbe elevare le coscienze e portare la luce agli stolti. Perchè in realtà i suoi sono dialoghi con se stesso, parla da pari a pari con la sua coscienza cercando di giustificare intellettualmente i propri comportamenti passati e le proprie scelte, ma nelle sue azioni o parole non affiora mai la disponibilità a venire incontro alla comunità dalla quale è scappato e che, in fondo, disprezza.
La soluzione di questi conflitti è una sorpresa che può spiazzare e magari non convincere, ma che contribuisce al senso di ambiguità e inafferrabilità che percorre tutto il film.

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