Giulia non esce la sera

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Guido la sera non esce perché fa lo scrittore. E se ne rimane in casa al buio a sognare i personaggi dei suoi racconti, a pompare nelle loro vite quella linfa che manca alle sue giornate borghesi.
Giulia invece, non esce la sera perché è carcerata. Esce solo di giorno, quando è l’istruttrice di nuoto della figlia di Guido.
È così che si conoscono, in piscina, mentre il corpo di Giulia insegna al corpo di Guido a muoversi nell’acqua. È così che l’enigma di Giulia rapisce la fantasia di Guido, imponendosi ai suoi pensieri, scacciando le maschere romantiche della sua poetica repressa.
L’attrazione è immediata perché giocata sugli opposti. Laddove lei è risoluta, energica e misteriosa, lui è compassato, accondiscendente, mediocre. Quando lei scade nella violenza, nell’ansia ed in certe rigidità, lui sa essere giusto, pacato e scaltro.
La simbiosi è felice perché ognuno specchia nell’altro le occasioni mancate, la possibilità di rigiocare la partita più importante con in palio un premio ricco di tutto ciò di cui si sono privati.
A cornice di questa relazione, un manipolo di personaggi gustosi, emblematici senza essere stereotipi, sorreggono e puntellano i protagonisti arricchendo il film di sfumature, ironia e umanità.
Bravi tutti. Dagli attori, in gran forma, al regista che riesce a conciliare estetica e stile con l’attenzione e la delicatezza che la storia merita. Musiche carezzevoli e dialoghi finalmente brillanti scandiscono il tempo di immagini poetiche ed evocative. La scelta dell’acqua come ambiente privilegiato è una chiara allusione alla dimensione psicologica ed introspettiva del film. L’inconscio e le sue proiezioni ammiccano allo spettatore appassionato di simbologia senza infastidire chi preferisce farsi trasportare da una storia d’amore commovente e sensibile come un nervo scoperto.
Tante volte m’incazzo perché i film stranieri, a parità di budget, spesso irridono per originalità del racconto e attenzione ai dettagli, le produzioni italiane. Non questa volta. Questo è un film che dà cento a zero a quella cagata di The Reader, ad esempio.
Consigliatissimo.

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