21 novembre 2016 ·
Probabilmente il più bel film che vedrete quest’anno.
Non sarà il miglior film dell’anno, e nemmeno il più importante, ma difficilmente vi scorderete di Animali Notturni dopo averlo visto.
Un noir che non è un noir, un thriller esistenziale che urla da fuori per gridare a cosa c’è dentro.
A cominciare dai meravigliosi titoli di testa, tutto in questo film sa di grande cinema classico: la vividezza del racconto, l’interpretazione superba di Amy Adams, la colonna sonora da epoca d’oro, certe spettacolari immagini, tutto concorre alla sensazione di stare guardando qualcosa che è già un cult.
Tom Ford torna sette anni dopo A Single Man e ripropone col suo sguardo stilisticamente impeccabile una storia che scorre su di un doppio binario.
Sul binario uno conosciamo Susan, gallerista quarantenne, bellissima, affascinante e molto molto sofisticata, talmente sofisticata da essersi ormai dimenticata come funzioni una vita vera. Perché la sua, di vita, è immersa in una sublimazione del reale, dove tutto è perfetto e stiloso in ogni dettaglio e cromatismo, in cui le opere d’arte da lei curate sembrano cercare astrusi ed inquieti modi per comunicarle cose semplici e banali, che Susan conosce(va) bene ma che ha rinnegato. Una vita in cui le persone che ha attorno sono anch’esse tutte impegnate nella loro gara ad ottenere quel qualcosa che manca sempre e che sempre mancherà. Come lei, che ottenuto il prestigioso status di professionista affermata e indipendente, scopre che nessuna sfida la soddisfa più e che i suoi affetti sono ormai sterili e freddi, che il suo binario è di fatto un binario morto.
Fino a quando riceve un romanzo scritto da Edward, suo ex di gioventù, uno di quegli ex che sa tanto di “amore della vita peccato che…”. Questo romanzo funziona un po’ come un nuovo manuale di istruzioni per la vita di Susan che si ritrova attratta e precipitata su quel secondo binario verso una vicenda brutale e selvaggia, un guaio veramente brutto che si sviluppa in un mondo atroce, agli antipodi del suo, in un Texas primordiale, in cui ciascuno è preda di qualcun altro e in cui la vita non si perde in doppi sensi per dirti in faccia che l’unica legge è quella del più forte. La violenza e la forza del racconto scuotono Susan che lo interpreta alla luce della sua storia con Edward, subendo le insidie di rimorsi e rimpianti ed arrivando a riconsiderare alcune sue scelte. Perché nessuno può passarla liscia dopo quello che hai fatto.