Angeli e Demoni

angeli e demoni

Sentite questa.
Qualcuno va al CERN e ruba dell’antimateria. Poi, spacciandosi per un qualche ordine di alchimisti vendicativi, costruisce una bomba per ricattare il Vaticano. I porporati, in quel momento impegnati dai funerali del Papa e dal conseguente conclave, chiedono l’aiuto di un professore, uno studioso di simbologia e storia della Chiesa. Un americano che si chiama Robert Langdon e che quando parla ti vuole spiegare proprio tutto, giusto per farti capire quanto sei ignorante. Questi arriva a Roma e, insieme all’unica dottoressa del CERN in grado di disinnescare la bomba, tenta di decifrare gli enigmi che portano al percorso lungo il quale vengono giustiziati quattro cardinali (più uno) in odore di papato. L’indagine si rincorre nell’arco di cinque ore, durante le quali sfilano in passerella tutti i personaggi caratteristici del Vaticano. La Guardia Svizzera, il Camerlengo (menzione d’onore a Leoni per Camerlengo = cameriere balengo), i porporati buoni, i porporati cattivi, Topolino, Galileo, uno col cappello viola.
Alla fine qualche pezzo grosso ci lascia la buccia, ma purtroppo i nostri eroi arrivano in tempo per salvare la Città del Vaticano e tutto il baraccone della chiesa cattolica, e per scoprire che si trattava di una messinscena per estremizzare il conflitto tra scienza e religione.
Cosa dire di questo film? Che sarebbe meglio non vederlo, innanzitutto. E poi che è un thriller mediocre, che maschera una trama inesistente e sciocca con biechi stratagemmi commerciali. Vorrebbe far scalpore, ambientando la vicenda in Vaticano, saccheggiando elementi scenografici secolari e immagini ormai diventate quotidiane per creare simpatia nello spettatore. Ma il tentativo è talmente grossolano e sfacciato che l’unico risultato che ottiene è di centrare il ridicolo, quando non proprio il cattivo gusto.
E vorrebbe far presa sul pubblico, avvolgendo il racconto in un mistero da due soldi, affidandosi ad una simbologia spiccia che, invece di celarne i difetti, finisce per rendere più grottesco e sguaiato lo svolgimento delle vicende. Chiunque si sia mai avvicinato un attimo all’esoterismo ed ai suoi simboli, non potrà non sentirsi infastidito da un film (e da un romanzo?) che sfrutta certi temi e certa letteratura in modo così banale ed avvilente. Chi invece stava cercando un bel film per passare la serata, dubito si possa sentire soddisfatto di un finale a sorpresa che ci sta come un mascarpone rancido alla fine di una cena stomachevole.
Un’amica, parlando del romanzo, l’ha definito “demenziale”. Preziosa capacità, il dono della sintesi.

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