09/09/2007
Intendiamoci, non è un film che ti fa “stare bene”. È un film fondamentalmente triste, ma non triste in senso drammatico. Triste nel senso della tristezza. Parla della solitudine assordante che ci circonda. È girato in una Milano che più deserta non si può, neanche un’anima in giro, e quelle poche persone che ci sono non parlano, non suonano, non fanno nessun rumore, c’è solo un soffio, neanche un respiro, più che altro una specie di rantolo delle periferie dritte e dure a guardia di questo vuoto tutt’attorno. I film restano sempre comunque soggettivi, come insiste a ricordarmi qualcuno, per me rimane molto bello, certe immagini spaccano, l’attenzione per la cura e la costruzione si vede, al di là di uno stile che vorrebbe essere povero, quotidiano più che altro. E la recitazione è ottima, nei tempi e nelle sfumature. Triste. Ma bello.