25 ottobre 2016 ·
Siccome quest’altr’anno esce la nuova serie di Twin Peaks, è il momento di dare una spolverata al mito di David Lynch, così per incrementare l’hype.
Esce quindi questo documentario in cui Lynch è protagonista in prima persona, insieme alla figlia pochenne lo vediamo pasticciare nel suo laboratorio e sporcare qua e là un po’ di tutto, mentre la sua viva voce traccia una linea retta dalla sua infanzia al primo grande exploit cinematografico di Eraserhead.
Il racconto pacato e schietto di Lynch si concentra maggiormente sui suoi anni da pittore, sulla conquista caparbia di un suo spazio sia fisico che intellettuale e sulle difficoltà di affermarsi come artista. Parallelamente le immagini selezionano i dipinti e le opere più rappresentative, non mancano i suoi mostri, i suoi incubi, e tutte quelle sue robe “de paura” (cit.).
Sono stato tra i “fortunati” a partecipare alla sua grottesca apparizione al Mast due anni fa, e da uno che negli ultimi anni si è specializzato nella meditazione e sembrava aver tagliato ogni contatto col cinema, arriva abbastanza sorprendente questa confessione chiara e – a suo modo – lineare sul quale sia stato il suo percorso creativo, cosa l’abbia inseminato durante l’infanzia, quali traumi possano aver incrinato la sua adolescenza e indirizzato la sua immaginazione verso quei tipici aspetti così disturbanti.
Per chi Lynch non lo conosce o non lo ama, questo film potrà essere una lunga rottura di maroni, agli altri invece offre tanta roba.
Il film esce in realtà nel 2017, la proiezione di oggi è stata un’anteprima Kinodromo in replica solo mercoledì alle nove e un quarto. Se vi interessa il genere vi suggerisco di andarci, perché i ragazzi di Kinodromo lavorano bene e può essere un’occasione per conoscere un’altra bella realtà di questa bologna che spesso ci si lamenta ma che c’è invece da baciarsi i gomitini.